Luisa Rizzo, regina dei Droni FPV: “Sogno Olimpiadi e Valentino Rossi”

Luisa Rizzo, regina dei Droni FPV: “Sogno Olimpiadi e Valentino Rossi”

Un drone che sfreccia a 200 km/h, circuiti a bassa quota pieni di ostacoli, occhiali FPV che immergono il pilota in una realtà dove si è tutt’uno con la macchina: è il mondo del drone racing, una disciplina che unisce tecnologia, velocità e pura adrenalina. A raccontarlo, con la passione che solo i veri pionieri sanno trasmettere, è Luisa Rizzo, 22enne salentina, campionessa mondiale di questa specialità e Alfiere della Repubblica, ospite di una recente puntata di Play, la rubrica di Catanzaro Informa dedicata alle passioni che muovono le persone. In collegamento dal Salento, con in studio anche Pianeta Droni & Sport Italia, Luisa ha condiviso la sua storia straordinaria, fatta di sfide superate, sogni realizzati e un messaggio potente: il drone non conosce barriere, di genere, età o abilità fisica.

Una passione nata per caso, diventata una missione

Luisa Rizzo non è solo una pilota di droni, ma un simbolo di resilienza. Affetta da atrofia muscolare spinale, ha iniziato a volare con un piccolo drone per scopi terapeutici, su idea del padre, per mantenere attive le dita e stimolare il movimento. “Muovere le dita e divertirmi allo stesso tempo”, racconta con un sorriso. Da quel primo drone giocattolo, il passo verso il drone racing è stato quasi casuale, ma decisivo. “Un amico mi fece provare un drone FPV con gli occhiali visore. Rimasi sconvolta, dissi: ‘Devo farlo’”. Da lì, la sua vita è cambiata.

Il drone racing è una disciplina estrema, che richiede riflessi fulminei e precisione millimetrica. I droni FPV (First Person View), privi di stabilizzazione, GPS o automatismi, sono interamente dipendenti dall’abilità del pilota. “Non sono droni commerciali”, spiega Luisa. “Hanno un’accelerazione spaventosa: da 0 a 200 km/h in un secondo e mezzo. Un minimo errore e il drone si schianta”. E di schianti, Luisa ne ha vissuti tanti: “Contro un albero? Altroché, e non solo uno! Ma è un passaggio obbligato per imparare”.

Campionessa mondiale e Alfiere della Repubblica

Nel novembre 2024, Luisa ha conquistato il titolo mondiale femminile in Cina, davanti a 110 piloti di altissimo livello. Le immagini della premiazione, trasmesse durante la trasmissione, mostrano una giovane donna emozionata, ma determinata, mentre l’inno italiano risuona. “Rivederle mi dà sempre un brivido”, confessa. “È stato un onore, la competizione era durissima”. Ma il suo percorso non si ferma qui. Nominata Alfiere della Repubblica nel 2020 dal Presidente Mattarella, Luisa ricorda quell’esperienza con un misto di incredulità e orgoglio: “Pensavo fosse uno scherzo quando mi chiamarono dalla Presidenza. Poi, trovarmi al Quirinale è stato surreale”.

Il drone come simbolo di uguaglianza

Ciò che rende il drone racing unico, secondo Luisa, è la sua capacità di livellare ogni differenza. “È l’unica disciplina che mette tutti sullo stesso piano: uomini, donne, giovani, meno giovani, persone con disabilità. Conta solo l’abilità delle tue mani”. Un messaggio che risuona forte in un mondo sportivo dove le barriere spesso persistono. Per Luisa, il drone è più di un mezzo: “È un’estensione del mio corpo, come la carrozzina. Non cammino, ma volo. E questo mi dà una libertà assoluta, mi permette di abbattere ogni limite”.

Non solo gare: cinema, calcio e sogni olimpici

Luisa non si ferma mai. Studentessa al DAMS con una passione per il cinema, sogna di unire droni e settima arte. Ha già partecipato a produzioni pubblicitarie e a due film americani, oltre a realizzare un cortometraggio ispirato al libro "Il volo di Aracne" di Pierandrea Fanelli, in cui ha esplorato il territorio salentino da una prospettiva aerea. Ma c’è di più: quando non vola, Luisa gioca a calcio in carrozzina, con una partita in programma proprio la prossima domenica per le qualificazioni alle finali.

Tra i suoi sogni, oltre a nuove vittorie mondiali e un ingresso nel cinema, c’è quello di vedere il drone racing riconosciuto come disciplina olimpica. “Parteciperò ai Mini Giochi Olimpici World questa estate. Se riuscissimo a portare i droni alle Olimpiadi, sarebbe una soddisfazione enorme, per me e per chi verrà dopo”. E poi, un desiderio confessato con un sorriso: volare al fianco di Valentino Rossi, il suo idolo. “Ci sto provando da anni, prima o poi ce la farò”.

Il futuro dei droni al Sud: il progetto di Pianeta Droni

La trasmissione ha visto anche la partecipazione di Fabiana e Riccardo Amelio, rispettivamente presidente e segretario di Pianeta Droni, associazione sportiva dilettantistica e di promozione sociale con sede a Catanzaro. Fondata per diffondere la cultura del drone al Sud, l’associazione conta una trentina di soci e si impegna a seguire i piloti, dal neofita al professionista, con attenzione a sicurezza e regolamentazione. “Vogliamo creare una rete di piloti in tutta Italia”, spiega Riccardo, sottolineando l’importanza di partner come Droni Pro, Dronezine e Quadricottero News.

Tra le attività di Pianeta Droni, ci sono raduni, collaborazioni con associazioni come Plastic Free per monitorare i rifiuti dall’alto, e progetti per portare i droni nelle scuole, in sinergia con enti come lo Xen. Fabiana, una delle poche donne nell’associazione insieme a Valentina, racconta la sua esperienza: “All’inizio avevo paura, ma la prima volta che ho volato a Simeri è stato magico. Sembrava di essere in un film”. E guarda al futuro: “Sogno di organizzare una gara FPV a Catanzaro con Luisa e il nostro tecnico Claudio Sima”.

Una tecnologia che cambia il mondo

I droni, come emerge dalla trasmissione, sono molto più che un hobby. Con un mercato che si stima raggiungerà i 56 miliardi di euro entro il 2030 e una domanda di piloti in crescita del 51% nei prossimi cinque anni, sono strumenti fondamentali in settori come l’agricoltura, l’architettura, la sicurezza e il cinema. In Italia, 150.000 operatori sono registrati su D-Flight, il portale che regola il volo dei droni, indicando zone di volo consentite e interdette. Tuttavia, al Sud, la cultura del drone stenta ancora a decollare. “Al Nord è pane quotidiano”, osserva Riccardo. “Qui dobbiamo lavorare sulla mentalità”.

Luisa Rizzo, con la sua storia, dimostra che i droni non sono solo tecnologia, ma un mezzo per superare limiti, unire persone e sognare in grande. “Non importa chi sei o cosa ti limita”, conclude. “Con un drone, puoi volare”. E il suo volo, partito da un piccolo drone usato come terapeutico, sembra destinato a non fermarsi mai.

[Photo credit: Luisa Rizzo - Facebook]

Video - Pianeta Droni intervista Luisa Rizzo