DJI e il volo dei droni in Italia: addio alle no-fly zone, ma permangono differenze con l'Europa

0 0 Danilo Scarato 2025-01-19 Edit this post

Una svolta epocale per i possessori di droni DJI in Italia: il colosso cinese ha deciso di eliminare il proprio sistema di blocco per le zone no-fly che da anni limitava le operazioni dei suoi droni. La decisione, che segue di pochi giorni l'analogo provvedimento negli Stati Uniti, segna un cambio di paradigma nella gestione della sicurezza aerea dei droni commerciali.

Fino ad oggi, i piloti di droni DJI dovevano fare i conti con un doppio sistema di restrizioni: quello ufficiale delle autorità aeronautiche nazionali e quello proprietario dell'azienda, spesso difforme e in alcuni casi più restrittivo che richiedeva specifiche autorizzazioni direttamente da DJI.

"Il sistema GEO è stato concepito nel 2013, quando i droni erano una tecnologia relativamente nuova e le normative erano ancora in fase embrionale", spiega l'azienda in una nota relativa agli USA. "Oggi, con l'evoluzione del quadro normativo, è tempo di responsabilizzare direttamente gli operatori".

La novità richiede un semplice aggiornamento del sistema flysafe attraverso l'app DJI Fly o DJI Pilot 2. Dopo l'aggiornamento, le precedenti zone rosse e blu che impedivano il decollo vengono trasformate in "zone di allerta rafforzata", mantenendo così una funzione educativa ma senza bloccare le operazioni.

Tuttavia, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei come la Francia, dove le mappe ufficiali delle zone di volo vengono caricate automaticamente nell'app DJI, in Italia al momento per visualizzare le zone geografiche ufficiali nell'app gli operatori dovranno procedere manualmente. Una distinzione non trascurabile che richiede un passaggio ulteriore: per i droni dotati di marcatura di classe (C1, C2, C3, C5 e C6), sarà necessario scaricare il file json con le mappe ufficiali dal portale D-Flight e caricarlo manualmente nel radiocomando. Per i droni C0, C4 e senza marcatura di classe, non è previsto dal regolamento il caricamento del file json, pertanto resta l'obbligo di base di consultare il sito d-flight prima del volo, l'app visualizzerà ancora le zone DJI ma con la dicitura allerta rafforzata, senza blocchi.

È una trasformazione significativa, gli operatori dovranno fare riferimento esclusivamente alle zone geografiche UAS ufficiali pubblicate su D-Flight, assumendosi la piena responsabilità delle proprie operazioni nel rispetto delle normative vigenti.

Il cambiamento si inserisce in un più ampio processo di evoluzione del settore, dove le autorità aeronautiche internazionali stanno progressivamente privilegiando strumenti come il Remote ID (l'equivalente di una "targa digitale" per droni) e sistemi automatizzati di autorizzazione al volo, piuttosto che restrizioni geografiche preventive.

DJI per la decisione in USA sottolinea che non è legata ad alcuna pressione politica, come ipotizzato da alcuni osservatori in seguito alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, ma riflette piuttosto l'evoluzione del quadro normativo e la maturità raggiunta dal settore. L'azienda manterrà comunque il suo impegno nell'educazione degli operatori attraverso avvisi e alert informativi durante le operazioni di volo.