D-Flight pubblica il file JSON per Droni: Criticità Emerse nei Test Italiani

D-Flight pubblica il file JSON per Droni: Criticità Emerse nei Test Italiani

Secondo l' Art.15 del regolamento UE 947/2019, ogni Stato membro è tenuto a pubblicare le cosiddette "zone geografiche UAS" (Unmanned Aircraft Systems) in un formato digitale unico. In Italia, l'ENAC, attraverso la piattaforma D-Flight, ha recentemente reso disponibile questo file in formato JSON.

Questo file, fondamentale per l'aggiornamento dei sistemi di geo-consapevolezza dei droni con marcatura di classe C1, C2, C3, C5 e C6, dovrebbe aiutare a impedire violazioni delle no-fly zone. Infatti, secondo la disposizione UAS.OPEN.050, l'operatore del drone ha la responsabilità di accertare che il pilota abbia ricevuto le informazioni sulle zone geografiche UAS e, se del caso, aggiornare le informazioni di geo-consapevolezza sul drone. 

In sostanza, caricando il file JSON, sull'app di gestione del drone si possono visualizzare le zone geografiche UAS ufficiali. Tuttavia, i nostri test condotti su un DJI Mini 4 (versione C1) hanno rivelato diverse criticità:

1. Tempi di caricamento. Secondo le nostre prove, sia su Mavic 3 Pro che Mini 4 Pro C1 l'upload del file JSON richiede circa 5-10 minuti un periodo considerevole che potrebbe scoraggiare aggiornamenti frequenti.
2. Rappresentazione delle zone. Sui droni DJI, il sistema DJI non differenzia cromaticamente le varie tipologie di zone (rosse, arancioni, gialle) come fa D-Flight sulla sua mappa ufficiale. Invece, utilizza un'unica denominazione di "zona di allerta rafforzata" per tutte le aree regolamentate. Visivamente, queste zone vengono rappresentate con un solo colore di base, l'arancione, ma con sottili differenze di tonalità per distinguere le diverse aree. Questa scelta di design semplifica la visualizzazione, ma può potenzialmente portare a confusione riguardo alla severità delle restrizioni in ciascuna zona, dato che non c'è una chiara distinzione visiva tra, ad esempio, una zona completamente vietata (tipicamente rossa) e una zona con restrizioni meno severe (tipicamente gialla o arancione).
3. Coesistenza di zone ufficiali e proprietarie. Il sistema implementato sui droni DJI presenta una sovrapposizione tra le zone geografiche UAS ufficiali, definite nel file JSON di D-Flight, e le preesistenti zone GEO proprietarie di DJI. Questa duplice rappresentazione può generare potenziali conflitti e confusione per i piloti:
1. a) Discrepanze di confini. Le zone GEO DJI potrebbero non corrispondere alle zone geografiche UAS ufficiali, creando ambiguità sui limiti effettivi delle aree regolamentate.
2. b) Differenze nelle restrizioni. Le zone GEO DJI potrebbero imporre limitazioni diverse rispetto a quelle stabilite dalle autorità nazionali, portando a incertezze su quali regole seguire.
3. c) Visualizzazione simultanea. Sebbene sia possibile deselezionare alcune tipologie di zone, l'interfaccia utente del drone tende a mostrare entrambi i tipi di zone, potenzialmente sovraccaricando la mappa e rendendo più difficile per il pilota interpretare correttamente le aree di volo consentite.
4. d) Priorità non chiara. Non è immediatamente evidente quale set di regole (UAS ufficiali o GEO DJI) abbia la precedenza in caso di conflitto, lasciando ai piloti la responsabilità di interpretare e decidere.
4. Funzionalità di blocco assente. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il sistema non impedisce fisicamente l'ingresso nelle zone vietate, limitandosi a fornire avvisi. Questa possibilità di soli avvisi è concessa dal regolamento, tuttavia per gli utenti inesperti potrebbe essere più efficace avere la possibilità di attivare una funzionalità di blocco del drone in modo che non possa entrare in una zona rossa. 
5. Indicazioni altimetriche. Il sistema fornisce indicazioni di altezza che possono risultare fuorvianti, mostrando ad esempio "25-120m" per zone geografiche UAS che iniziano effettivamente a 25 m dal suolo e "0-120m" per le zone con divieto di sorvolo che iniziano da 0m.
6. Necessità di un abbonamento attivo su d-flight per scaricare il file JSON. Per aumentare la geo-consapevolezza anche dei turisti stranieri in visita in Italia sarebbe meglio rendere questo file scaricabile anche da chi non è registrato sulla piattaforma.

Probabilmente per non sovraccaricare il sistema, le zone geografiche UAS vengono visualizzate solo entro un certo raggio dal drone, non sull'intera mappa nazionale.

Il nostro test ha evidenziato che avvicinandosi a una zona geografica UAS, il sistema avvisa della presenza di una "zona di allerta avanzata" nelle vicinanze, senza però impedire l'accesso.

Tendendo presente che il file JSON fornito da d-flight è aderente allo standard ED-269, come richiesto dalle disposizioni vigenti, queste osservazioni sollevano interrogativi sull'efficacia del sistema di geo-consapevolezza del regolamento europeo basato sul file JSON da caricare sui droni, almeno per come è implementato sui droni DJI. Nonostante rappresenti un passo avanti per la geo-consapevolezza, le attuali criticità potrebbero pesare sull'effettiva efficacia informativa al fine di prevenire le violazioni delle zone di volo ristrette.

A nostro avviso, per questi motivi resta ancora fondamentale consultare accuratamente anche la mappa ufficiale su D-Flight prima di ogni volo, non affidandosi esclusivamente al sistema di bordo per la conformità alle normative sulle zone geografiche UAS. 

Per maggiori informazioni consigliamo la visione del seguente video