Grazie alla collaborazione di Olivier Fontaine ( ricordiamo che SAPRITALIA sarà presente tra una settimana a Dronitaly ) siamo in grado di fornire un resoconto sul secondo Workshop JARUS svoltosi a Berna dal 6 al 9 Ottobre scorso. JARUS è l'acronimo che denomina il gruppo composto dalle autorità delle varie nazioni che ha la finalità di armonizzare le regole sui mezzi aerei a pilotaggio remoto.
Come accaduto a Febbraio scorso all’ENAC, il nuovo Workshop di Berna è stato dedicato a trovare le vie per facilitare la discussione tra i diversi NAA ( National Aviation Authority ) degli stati membri della JARUS, per condividere le esperienze di regolamentazione in via di elaborazione o già in vigore nei rispettivi Paesi.
Diversamente dall’appuntamento di Roma, questa volta sono stati invitatii al tavolo delle discussioni anche rappresentanti del mondo industriale nel più ampio senso del termine. A condurre il workshop, è stato chiamato Markus Farmer.
Diversamente dall’appuntamento di Roma, questa volta sono stati invitatii al tavolo delle discussioni anche rappresentanti del mondo industriale nel più ampio senso del termine. A condurre il workshop, è stato chiamato Markus Farmer.
ARMONIZZAZIONE DELLE REGOLE SUI SAPR UNA GRANDE IDEA PER IL FUTURO
E’ nella bella città di Berna che si è svolto il secondo Harmonization Workshop della JARUS. Berna è una capitale Europea dove le biciclette non vengono parcheggiate con i lucchetti e dove i tempi di arrivo e di percorrenza dei mezzi pubblici sono visualizzati su monitor permettendo di conoscere il tempo di attesa con una precisione sorprendente. Questo è per dimostrare che è possibile vivere la città senza stress, contrariamente a quanto spesso accade in molte città italiane. E’ in questo Paese dunque, che Markus Farmer, affiancato da Reto Senn e da Lorenzo Murzilli, ha organizzato il workshop svolgendo un lavoro di qualità e di notevole precisione
Gli invitati al tavolo dei lavori, più che al tavolo delle negoziazioni, hanno lavorato tre giorni in modo informale e rilassato con assoluta professionalità anche se qualche tema poteva sembrare spinoso. Erano presenti i rappresentanti delle NAA ( National Aviation Authority ) di tutta Europa e precisamente: Repubblica Ceca, Svizzera, Italia, Russia,
Norvegia, Finlandia, Spagna, e il Regno Unito. Gli “stakeholder” rappresentavano l’Italia, la Olanda, il Belgio, il
Lussemburgo, Il Regno Unito e per finire la Francia e la Svizzera.
Rispetto a Roma, è stata introdotta la novità della figura dello Stakeholder. In effetti sono stati invitati tutti gli “applicant” a partecipare al workshop. E questa volta non c’era la solita maggioranza di costruttori come avviene
nelle diverse associazioni quali ad esempio UVS international, oppure come accade,
anche al livello nazionale, in ASSORPAS o in UASIT che nelle loro
tassonomiche dei soci, non contemplano nemmeno l’aspetto formativo.
La linea direttrice del workshop era stata stabilita nella continuità
del primo workshop di febbraio scorso, organizzato dall’ENAC a Roma. Il
quale era arrivato alle seguenti conclusioni in un documento che
recitava:
• Lo sforzo del lavoro sull’armonizzazione è il benvenuto
• L'armonizzazione dovrebbe essere affrontata passo dopo passo in modo tale di non perdere tempo
• Lo sforzo del lavoro sull’armonizzazione è il benvenuto
• L'armonizzazione dovrebbe essere affrontata passo dopo passo in modo tale di non perdere tempo
• Un indagine preventiva può portare a dei benefici
• Certe tipologie di operazioni devono essere autorizzate e/o approvate
Bisogna notare come i considerevoli sforzi iniziali richiesti, non sempre hanno prodotto un immediato risultato per quanto riguarda l’armonizzazione. Un processo di approvazione molto “operatore-centrico” può essere inversamente proporzionale alla criticità delle operazioni svolte. Dall’altro lato la “aeronavigabilità” concorre a diminuire le limitazioni operative. Il riconoscimento reciproco, tra le varie nazioni, di una autorizzazione può essere il primo passo verso un’armonizzazione.
Bisogna notare come i considerevoli sforzi iniziali richiesti, non sempre hanno prodotto un immediato risultato per quanto riguarda l’armonizzazione. Un processo di approvazione molto “operatore-centrico” può essere inversamente proporzionale alla criticità delle operazioni svolte. Dall’altro lato la “aeronavigabilità” concorre a diminuire le limitazioni operative. Il riconoscimento reciproco, tra le varie nazioni, di una autorizzazione può essere il primo passo verso un’armonizzazione.
Per avviare questo processo, è utile conoscere il modo in
cui ciascun Paese consente, e quali procedure adotta per gestirle,
le operazioni LL-RPAS (Low Level RPAS) cioè le operazioni dei SAPR a
bassa quota. Si è così proceduto ad una rassegna di ciò che i richiedenti
devono fare, paese per paese, per ottenere le autorizzazioni e per
quale tipo di operazione, in modo tale da avere una visione completa della situazione globale.
Dopo l’apertura e la comunicazione sulla safety e sul rapporto tra le conoscenza e la sicurezza, alla quale SAPRITALIA si è prestata ben volentieri, presentando i risultati della sua indagine, si è proceduto con la distinzione per ciascun paese, della verifica e della ricerca di una possibile distinzione tra due categorie battezzate per l’occasione “A” e “B”. A quel punto ciascun Paese si è prestato ad una presentazione esaustiva della sua regolamentazione in vigore o un via di diventarla.
Anche se molto stancante, il lavoro è stato utile ed interessante, si potrebbe qualificare illuminante!. La stessa presentazione della regolamentazione ENAC, che riguiarda l'Italia, presentata da Giovanni Di Antonio, è stata, in questa occasione, di una totale chiarezza. Le presentazioni non erano vincolate da nessuna limitazione di tempo, questo per dare la possibilità di far emergere e trasparire le motivazioni, che pur travagliate, hanno prodotto una regolamentazione per ogni paese. Ciò al fine di dare a chi ascoltava la possibilità di approfondire certi aspetti particolari e migliorare la comprensione dei diversi regolamenti.
Si è capito molto velocemente che il nocciolo della questione è la differente percezione del rischio nelle diverse culture. Entriamo nel merito di ciò che è stato fatto durante i tre giorni. La Svizzera per prima ha presentato il suo modo di vedere la regolamentazione. Ne viene fuori un quadro singolare. La Svizzera non impone di chiedere un autorizzazione per operare se:
• Il SAPR ha un peso inferiore a 30kg
• Si tratta di operazione esclusivamente in VLOS
• Se si rimane ad al meno 100m delle persone
• Ci si trova ad almeno 5km da qualsiasi aeroporto
• Il volo viene eseguito ad una altezza non superiore a 150m AGL
La Svizzera ha chiesto a tutti di verificare se con la suddetta categoria “A” inventata per l’occasione, un altro paese può operare in tutta tranquillità. Dai risultati dell'indagine si comprenderà chi, rispettando le regole del suo paese di origine, potrà o meno andare a operare in un altro paese Europeo senza troppe difficoltà.
Dopo l’apertura e la comunicazione sulla safety e sul rapporto tra le conoscenza e la sicurezza, alla quale SAPRITALIA si è prestata ben volentieri, presentando i risultati della sua indagine, si è proceduto con la distinzione per ciascun paese, della verifica e della ricerca di una possibile distinzione tra due categorie battezzate per l’occasione “A” e “B”. A quel punto ciascun Paese si è prestato ad una presentazione esaustiva della sua regolamentazione in vigore o un via di diventarla.
Anche se molto stancante, il lavoro è stato utile ed interessante, si potrebbe qualificare illuminante!. La stessa presentazione della regolamentazione ENAC, che riguiarda l'Italia, presentata da Giovanni Di Antonio, è stata, in questa occasione, di una totale chiarezza. Le presentazioni non erano vincolate da nessuna limitazione di tempo, questo per dare la possibilità di far emergere e trasparire le motivazioni, che pur travagliate, hanno prodotto una regolamentazione per ogni paese. Ciò al fine di dare a chi ascoltava la possibilità di approfondire certi aspetti particolari e migliorare la comprensione dei diversi regolamenti.
Si è capito molto velocemente che il nocciolo della questione è la differente percezione del rischio nelle diverse culture. Entriamo nel merito di ciò che è stato fatto durante i tre giorni. La Svizzera per prima ha presentato il suo modo di vedere la regolamentazione. Ne viene fuori un quadro singolare. La Svizzera non impone di chiedere un autorizzazione per operare se:
• Il SAPR ha un peso inferiore a 30kg
• Si tratta di operazione esclusivamente in VLOS
• Se si rimane ad al meno 100m delle persone
• Ci si trova ad almeno 5km da qualsiasi aeroporto
• Il volo viene eseguito ad una altezza non superiore a 150m AGL
La Svizzera ha chiesto a tutti di verificare se con la suddetta categoria “A” inventata per l’occasione, un altro paese può operare in tutta tranquillità. Dai risultati dell'indagine si comprenderà chi, rispettando le regole del suo paese di origine, potrà o meno andare a operare in un altro paese Europeo senza troppe difficoltà.
Emergono due aspetti:
• Internazionale: se si continua su questa strada, fra qualche tempo sarà reale la possibilità di lavorare aldilà delle frontiere. Questo però significa che anche le realtà straniere potranno venire a lavorare da noi ( concorrenza )
• Nazionale: così facendo si sta designando la condizione da rispettare che permetterà di operare senza dover produrre troppo materiale cartaceo
Cosa è emerso da questa approfondita indagine?
• Nella Repubblica Ceca si riesce a svolgere tutto il percorso di riconoscimento / autorizzazione, con l'elaborazione del manuale delle operazioni, più gli esami e la verifica della costruzione del mezzo, in una modalità “a tu per tu” con le autorità ( con una spesa di 600 euro )
• La Spagna ha previsto il libero uso dei SAPR, senza nessuna autorizzazione, in caso di emergenze di protezione civile. In UK autorizzano i mezzi fino a 7 kg a volare dentro le ATC sotto i 400ft in airspace class A,C,D,E.
Sono, appunto, le differenze che sottolineano il “delta di percezione” tra le diverse culture e nazioni di cui si parlava prima. Detto questo è anche vero che non tutte le persone sono propense a rispettare le regole esistenti con la stessa disciplina, anche questo è un aspetto culturale, il che in questi casi incita il regolatore a restringere le norme.
LE RICHIESTE DI SAPRITALIA AL WORKSHOP
SAPRITALIA ha avanzato, oltre ad esprimere l’urgenza di realizzare tale armonizzazione europea, delle richieste importanti:APPLICARE AVVISI SULLE CONFEZIONI DEI DRONI VENDUTI PRONTI AL VOLO
• Risolvere il problema della mancata sensibilità degli user generici al rispetto della sicurezza e della privacy e di accordarsi tra le nazioni presenti per pubblicare una raccomandazione per chiedere che tutti membri della JARUS adottino una misura comune per obbligare i venditori di “droni” ad applicare sul contenitore di qualsiasi SAPR giocattolo e non, un avviso di prudenza nell’utilizzo e altre informazioni come per esempio l’obbligo di rispettare la regolamentazione esistente e/o la privacy delle persone
ADOTTARE LA STESSA TIPOLOGIA DI LUCI E COLORI
• Considerando la diffusione dell’uso fantasioso dell'illuminazione sui droni, è stato proposto di trovare un’intesa affinché sia riaffermata l’utilità di conservare le segnaletiche corrette, corrispondenti alle regole di priorità, specificate nelle regole di base della navigazione sul mare e nell’aria. Nello specifico, il rosso a sinistra, il verde a destra e il bianco dietro come su tutti i mezzi naviganti del mondo
• E stata avanzata la richiesta di specificare meglio il significato del termine “industriale” in modo tale da riflettere meglio la maturazione della comunità che non è certamente fatta di solo costruttori
CONSENTIRE L'ATTIVITA' AI DIVERSAMENTE ABILI
• E’ stato chiesto di considerare la possibilità per i diversamente abili, di poter ottenere il certificato medico e quindi di rivedera la scelta obbligata della visita medica di seconda classe come base per l’autorizzazione del pilota. Comunque di rivedere le esigenze in materia, per adattarle meglio alla realtà dell’attività di pilotaggio remoto
Purtroppo, non tutte le richieste di SAPRITALIA hanno trovato un immediato riscontro. Alla prima domanda i regolatori presenti hanno risposto che non hanno potere per costringere i venditori e neanche la seconda domanda, sull’uso della segnaletica luminosa ha avuto riscontro positivo. Sembra che ci siano delle ragioni sconosciute legate a interessi commerciali particolari. Ormai il mercato è già pieno di mezzi irrispettosi di questa regola basilare e sembra che i presenti non abbiano i mezzi/poteri per rimediare.
A questo proposito afferma Olivier Fontaine: " Vorrà dire che dovremmo porre nuove domande in altre circostanze/istanze per tentare di cambiare questi dati di fatto, per SAPRITALIA è
molto importante l'aspetto della sicurezza. Decisamente positiva è
stata la risposta dei regolatori presenti, riguardante il riconoscimento
di una realtà più specifica ( non soltanto industriale ) emergente nel mondo dei droni e alla domanda sui certificati medici. " e prosegue: " Immagino che questi due temi in particolare dovrebbero progredire nella giusta direzione.
Ci auguriamo in particolare che la situazione per i diversamente abili
possa fare dei progressi significativi. I lavori sono stati chiusi con
l’elaborazione di una dichiarazione comune e dalla preparazione di un
ordine del giorno ipotetico per il prossimo workshop. "
Ringraziamo Olivier Fontaine di SAPRITALIA per l'esaustivo report.
Ringraziamo Olivier Fontaine di SAPRITALIA per l'esaustivo report.
COMMENTI