Nell’istituto tecnico industriale Fermi-Gadda di Napoli ormai da mesi si è intrapreso lo studio del teatro e quindi la letteratura italiana, ma anche straniera, con i droni.
Vengono rappresentate vere e proprie scene teatrali di autori che sono stati importantissimi nel passato, e lo sono tutt’ora. Queste rappresentazioni vengono filmate con droni aerei o terrestri,in modo che si analizzi meglio il tutto. Successivamente gli alunni analizzano i filmati e l’opera trovando un nesso tra l’autore ed i droni, ponendosi il seguente quesito: “Se l’autore avesse avuto i droni cosa poteva fare, o pensare?”
Così hanno fatto Gianmarco Barone e Gennaro Auriemma, due ragazzi della 5B del suddetto istituto. I due alunni hanno analizzato, in questo modo, due opere di Luigi Pirandello, tra le più importanti in assoluto.
Gianmarco si è occupato di “L’uomo dal fiore in bocca”, mentre Gennaro di “Quaderni di Serafino Gubbio Operatore”.
ANALISI DI GIANMARCO
Riportiamo l’analisi ed il ragionamento di Gianmarco:
In classe, grazie all'ausilio di un drone terrestre, abbiamo scattato delle foto inerenti all'opera di Pirandello. Abbiamo posizionato un banco in fondo all'aula, in un angolo, perché dovevamo trovare qualcosa di transitorio ed in quella zona dell'aula c'era una porta.
Oltre a questa motivazione, questa era una zona strategica visto che si poteva usufruire di due fattori fondamentali: L'ampiezza perché grazie al drone eravamo capaci di riprendere tutta l'aula e non solo quella zona prestabilita e la luminosità del sole, ne troppo forte, ne scarsa.
Dopo aver scattato le foto ed analizzando le fotografie ho notato una cosa: Riguardando le foto in senso cronologico, si aveva una scena in cui l'uomo dal fiore in bocca fa accomodare l'avventore e si vede proprio l'avvicinare di questo. Riguardando le foto nel modo opposto, cioè invertendo la sequenza all'incontrario si ha un effetto completamente diverso dall'altro.
Si vede l'avventore alzarsi dalla sedia e pian piano allontanarsi dal protagonista. Questo tipo di contrasto potrebbe simboleggiare un opposizione totale: dal punto di vista dell'uomo dal fiore in bocca quella in ordine cronologico potrebbe simboleggiare la morte che si avvicina mentre quella in ordine opposto la vita che si allontana.
Quest'effetto lo abbiamo potuto vedere grazie al drone e non con una classica cinepresa per alcuni semplici motivi: La cinepresa ci da una vista della scena abbastanza ristretta e soggettiva mentre il drone riesce ad inquadrare tutte le prospettive a 360°.
Grazie al drone abbiamo potuto appunto vedere un problema diffuso nell'idea di Pirandello, ossia il caso. Il caso non è vedibile con una semplice cinepresa proprio perché è cinica e statica, ma grazie al drone ci siamo potuti porre il problema del caso avendo prospettive diverse in una sola inquadratura.
Mappa dei personaggi
ORDINE CRONOLOGICO
1.
MOVIMENTI
In questa scena l'avventore si dirige verso l'uomo dal fiore in bocca che è seduto ad un tavolino nel caffè della stazione
SENSAZIONI
L'avvicinare dell'avventore simboleggia l'arrivare della morte che arriva inesorabilmente verso l'uomo dal fiore in bocca consapevole che essa doveva arrivare prima o poi. Ogni passo che l'avventore fa verso il protagonista significa un passo in più per il protagonista verso la morte.
2.
MOVIMENTI
L'avventore viene invitato a sedersi dall'uomo dal fiore in bocca con il quale poi incomincia un breve monologo.
SENSAZIONI
Il protagonista invita a sedere l'avventore che può simboleggiare la convivenza dell'uomo con la morte, sapendo che ci deve convivere fino a quando questa non avrà terminato il proprio corso. Convivendo con questa impara ad "apprezzarla" nel senso che vede tutti i gesti quotidiani insignificanti con un'altra ottica. Impara ad apprezzare cose che all'occhio di altre persone potrebbero sembrare irrilevanti facendole diventare ai suoi occhi essenziali e di vitale importanza.
ORDINE OPPOSTO
1.
MOVIMENTI
L'avventore si allontana dal tavolo del caffè e quindi dall'uomo dal fiore in bocca.
SENSAZIONI
L'allontanare dell'avventore simboleggia l'allontanare della vita del protagonista. La vita mentre si allontana continua a guardare verso il senso dell'uomo dal fiore in bocca come a far capire che essa non si è dimenticata di lui ma deve inesorabilmente allontanarsi da questo. L'uomo sa che questa deve allontanarsi non per scelta propria ma perché questa deve andarsene per il proprio corso. Proprio per questa motivazione l'uomo continua a guardarla con ammirazione e sente il bisogno di viverla fino a quando la morte non verrà da lui ed incomincerà a disprezzarla, in modo da essere cosciente di andarsene con meno dolore.
ANALISI DI GENNARO
Allo stesso modo Gennaro ha analizzato l’opera “Quaderni di Serafino Gubbio Operatore”, servendosi anche di un software chiamato “catma” un software open, sviluppato all’Università di Amburgo che permette di analizzare qualsiasi tipo di testo, visualizzando la wordlist delle parole più usate e integrando così i correlativi grafici delle parole analizzate.
Riportiamo l’analisi di Gennaro:
Analizzando l’opera di Pirandello, mi sono soffermato sul terzo capitolo del Romanzo:
Questa, a mio avviso, è la parte più importante del testo perché in questo capitolo si capisce la vera concezione che ha Pirandello sulle macchine e quindi sulla meccanizzazione dell’uomo. Lo scrittore afferma che per l’avvento delle macchine la vita si vive sempre di meno ed appunto le nostre mani son diventate soltanto strumenti per muovere le macchine. Nel testo si può osservare ancora la polemica dello scrittore contro “la macchina che meccanizza la vita”, fa dell´uomo schiavo e lo sottomette. Con ciò sorgono le questioni delle conflittualità dell´individuo, come ad esempio il vivere e l´io nella nuova società industriale. Società di massa che si fonda sull’esaltazione della tecnica e della bellezza.
Insomma la nuova industria cinematografica, il cinema muto, la tecnica di riproduzione è per Pirandello un “ibrido giuoco”. Il cinema porta con sé, rispetto al teatro, la perdita dell´atmosfera unica dello spettacolo vivo, priva gli attori dal contatto diretto con il pubblico, si perde fascino dell´autenticità.
Come si nota anche dallo schema di catma, le parole più usate sono inerenti alle macchine ed appunto la “mano”, la quale trova addirittura un picco altissimo,che poi svanisce improvvisamente, poiché questa viene utilizzata come strumento per azionare le macchine:
Un esempio è Serafino: Portato dalla campagna alla città, dall’arte e dalle scienze umane studiate per passione, all’industria cinematografica praticata per sopravvivere. Operatore che non opera nulla a cui non serve il cervello o il cuore per operare, Gli serve soltanto la mano per far girare la manovella della cinepresa. In effetti, Pirandello non sceglie a caso la professione del protagonista.
Serafino è obbligato a servire la macchina da presa per nutrirla delle pellicole girando continuamente la manovella fino a perdere definitivamente l’identità e diventare l’accessorio di un oggetto. Le macchine non fanno altro che accelerare e rendere più complicata la nostra esistenza. Serafino Gubbio è conscio di ciò e per la sua natura cerca di opporsi. Ma alla fine vediamo la dura sconfitta del protagonista, per lo shock subito diventa muto, e solo a quel punto diventa impassibile e perfetto operatore.
La crudeltà della scena che Serafino ha girato con assoluta freddezza lo sconvolge ad un livello tale che Serafino si rassegna ad alcuna partecipazione alla vita. Serafino non può e neppure non vuole più riprendersi. Il suo mutismo diventa tangibile prova della vittoria del mondo delle macchine su quello della natura, tangibile prova della riduzione dell’uomo al contatto con la tecnica. Serafino non cerca più di ribellarsi alla condizione che gli è stata assegnata dalla società.
Con l’autodefinizione finale “solo, muto e impassibile” accetta definitivamente la forma della sua vita e nello stesso tempo rinuncia alla possibilità di risarcimento. Si definisce “solo, muto e impassibile”, un operatore ideale, una figura perfetta nel nuovo mondo. Pirandello va oltre e infine possiamo assistere al momento in cui lo scrittore annuncia apertamente il dominio delle macchine, tanto che l´uomo in questo mondo risulta inutile. Il presente romanzo annuncia apertamente la vittoria del cinema sul teatro, della falsità, dell'apparenza, dell'ipocrisia, della superficialità sul sentimento, della finzione sulla vita vera.
Grafico delle parole più usate:
Ed alla domanda Se Luigi Pirandello avesse avuto i DRONI che cosa poteva,fare, pensare ? Gennaro risponde così..
Con il romanzo “Quaderni di Serafino Gubbio Operatore” Pirandello in un certo modo anticipa tutto ciò che avverrà in futuro, quasi come se avesse una macchina che gli facesse sapere cosa accadrà in futuro. Egli riesce a capire a pieno l’importanza che avrà il cinema nel mondo, che riesce a superare il teatro in tutto e per tutto.
Esaminando il lavoro fin qui svolto e quindi avendo ben chiaro il pensiero di Pirandello sulle macchine e quindi sulla modernizzazione della macchina possiamo immedesimarci nello scrittore novecentesco..Pirandello secondo me per quanto riguarda i droni sarebbe stato favorevole al loro utilizzo, anche se sono macchine e quindi come egli dice “divorano l’anima”.
Ne è la prova il comportamento degli altri personaggi del romanzo nei confronti di Serafino Gubbio. Sentono l´antipatia per lui, perché è proprio lui, in quanto operatore cinematografico, chi li priva, attraverso la macchina da presa, dal diretto contatto con il pubblico, per colpa sua si sentono come in esilio perché la macchinetta riproduce una loro immagine nella quale però, loro a sua volta,non si riconoscono.
Secondo il mio parere avrebbe fatto una vera e propria rappresentazione teatrale di questo romanzo, ed al posto della cinepresa Serafino avrebbe dovuto avere un drone a sua disposizione, un quadricottero, capace di riprendere i personaggi e nello stesso tempo anche il pubblico e quindi fare sentire partecipi un po’ tutti della scena.
Ovviamente a riprendere il tutto dovrebbe esserci un drone, quindi un drone che riprende un altro drone, come diceva pirandello il cinema nel cinema. E questa sarebbe stata la vera vittoria di Pirandello perché con i droni è teatro, anche se dominato dalla macchina, un teatro diverso, ma un teatro vero e proprio senza finzioni e con colpi di scena, perché i droni lasciano spazio al caso ed all’improvvisazione, cosa che non fa una cinepresa.
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